Il titolo è quello di un libro per bambini, Giorgetto l’animale che cambia aspetto, ma per Anna Maria non è un libro come gli altri. “È il nostro preferito, è stato il primo, quello da cui tutto è cominciato” racconta la madre, Ana Culafic. Anna Maria, 12 anni, di Perugia, è cieca dalla nascita, ma deve ringraziare Giorgetto se ha scoperto la lettura. “Aveva 4 anni e mezzo e un’amica le ha regalato quel libro, un libro tattile: da allora la lettura è diventata il suo passatempo preferito”. Il braille è arrivato dopo, con la scuola elementare, e oggi Anna Maria è una lettrice vorace. Per i libri tattili ormai è grande, ma ricorderà sempre quei volumi da scoprire con le mani. Molti sono editi dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi che, con Enel Cuore, ha dato vita a A spasso con le dita, un progetto nazionale che ha permesso la creazione e distribuzione gratuita di sei libri tattili, ognuno realizzato in 1.000 copie, a biblioteche pubbliche, reparti pediatrici, istituzioni culturali. Una vera sfida editoriale se si considera che le illustrazioni sono interamente realizzate a mano. Il libro tattile è un libro artigianale: richiede una rilegatura particolare perché deve poter essere aperto a 180 gradi, è impossibile una vera produzione industriale in serie. Paola Terranova, bibliotecaria, Biblioteca Turchetti, Istituto Regionale per i ciechi, Reggio Emilia La scelta dei materiali di un libro tattile è delicatissima: per esempio se voglio rappresentare l’inverno posso usare dei rametti secchi o una superficie liscia per l’acqua, “ma va rispettato anche il bambino vedente, che spesso lo legge insieme al bambino non vedente” spiega Ana. “Le mani del bambino hanno diritto al rispetto della realtà” aggiunge Francesca Piccardi, tiflologa e responsabile del centro di Consulenza tiflologica di Assisi dal quale segue decine di bambini e ragazzi ciechi o ipovedenti in tutta l’Umbria. Possono essere usati tutti i materiali, tranne quelli pericolosi, “ma sono importanti la coerenza percettiva e il rispetto delle proporzioni. Un albero potrà essere rappresentato da una corteccia, un prato da fili d’erba. Per esempio per il libro Soffio di vento il protagonista, Vento, è stato rappresentato con un filo di lana che non sta mai fermo”. In Italia i libri tattili esistono da poco più di dieci anni. “Quando ho iniziato io, vent’anni fa, non c’erano e i bambini non vedenti non riuscivano a disegnare certi oggetti, a conferma che il libro tattile sviluppa anche le capacità grafiche” aggiunge Piccardi. Una volta una bambina cieca mi ha detto: grazie, finalmente posso vedere le figure. Paola Terranova, bibliotecaria, Biblioteca Turchetti, Istituto Regionale per i ciechi, Reggio Emilia “È uno strumento importantissimo perché stimola la curiosità, aiuta a conoscere il mondo e a superare la paura delle cose: non è detto che il bambino cieco sia pronto a toccare qualsiasi cosa” spiega ancora Ana che i libri tattili letti insieme alla figlia sembra ricordarli tutti, uno per uno. “Ho un po’ paura, per esempio, mi ha aiutato ad affrontare le paure di Anna. Per un bambino cieco la lettura potrebbe essere un’esperienza frustrante, invece così è divertente”. I libri tattili non sono rivolti solo a bambini ciechi o ipovedenti. Spiega Piccardi: “Non sono solo un prerequisito per il braille. La grande novità è che rappresentano uno strumento didattico per l’acquisizione di tante altre competenze, per esempio per la esplorazione percettiva. Io consiglio agli insegnanti di farli realizzare e utilizzare da tutti i bambini. Anche i docenti si devono mettere in gioco, non solo quelli di sostegno. Cito sempre l’esempio di una scuola media di Umbertide, in provincia di Perugia, dove gli insegnanti sono riusciti a coinvolgere tutti gli studenti: realizzano i libri tattili come metodologia di apprendimento”. “Il libro da toccare è rivolto anche al bambino vedente” conferma Terranova che in biblioteca organizza da molti anni laboratori aperti a tutti sulla percezione tattile. “Per esempio quello con disabilità motorie o quello con disturbi dell’attenzione, che in questo modo si sofferma molto di più sulla storia, è più stimolato e incuriosito”. Terranova ha spesso sperimentato il modo in cui il libro tattile ha avvicinato vedenti e non vedenti, per esempio genitori ciechi che vogliono leggere una storia al loro bambino, oppure fratelli gemelli che leggono insieme. Purtroppo in Italia, a differenza che in Francia, una vera e propria editoria privata legata al libro tattile non si è sviluppata. Di qui l’iniziativa del progetto della Federazione e di Enel Cuore, che nel 2013 è diventata anche una mostra itinerante, dal titolo Le parole della solidarietà, con tavole tattili e laboratori didattici aperti alle scuole. Il sogno di Anna Maria, per esempio, sarebbe una versione tattile de Il Piccolo Principe, il celebre racconto di Antoine de Saint-Exupéry che ha letto in braille e molto amato. “È innamorata dei libri. - racconta la madre - Un giorno è tornata a casa da scuola e mi ha chiesto cosa volesse dire ‘secchiona’. Perché? Perché in classe ho detto che il mio passatempo preferito sono i libri”.