È stato uno dei temi più dibattuti e controversi degli ultimi mesi, dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Ma cosa si intende per didattica a distanza (o DAD)? E cosa implica realmente? Anche se sembra una modalità educativa nuova, la didattica a distanza nasce in realtà a metà Ottocento, con il primo corso di formazione per corrispondenza documentato in Europa a Londra, nel 1840. Esisteva nei paesi più industrializzati ed era rivolta principalmente agli adulti. A partire dal XX secolo il bacino d’utenza si allarga, ringiovanisce e sfrutta di volta in volta i nuovi mezzi a disposizione: la radio, il telefono, la televisione, i VHS, il fax, le prime teleconferenze, e infine il computer, inizialmente con floppy disk e CD-ROM. Oggi ci troviamo nella cosiddetta terza generazione della DAD, grazie all’avvento di Internet.Come funziona La didattica a distanza può essere effettuata in vari modi, ma il minimo comune denominatore è che docenti e studenti non condividano uno spazio comune, non c’è interazione fisica tra loro, e il rapporto è mediato da strumenti tecnologici. Da questa si distingue la didattica digitale integrata, che alterna lezioni in presenza e a distanza. La DAD può essere effettuata in due modalità differenti: asincrona, con lezioni audio o video registrate in precedenza, slide, compiti che vengono caricati su una piattaforma, che può essere dell’istituto o esterna, e che gli studenti possono aprire o scaricare in qualsiasi momento; sincrona, con lezioni audio o video live, che ricreano su una piattaforma d’appoggio una vera e propria classe virtuale, con interazione e domande in tempo reale. La DAD in modalità asincrona richiede una maggior autonomia e responsabilità da parte degli studenti, permettendo però loro una maggior flessibilità dei tempi, mentre la seconda avviene in intervalli di tempo e orari stabiliti.Pro e contro della didattica a distanza Non si tratta di nuovi strumenti: webinar e studio in e-learning esistono da tempo, ma erano rivolti soprattutto a persone maggiorenni, nel mondo universitario o nella formazione professionale, e non facevano parte della routine nella scuola dell’obbligo. In una fase storica come questa, in cui si è reso necessario ridurre al minimo i contatti tra le persone chiudendo anche una parte degli istituti scolastici, è innegabile che la tecnologia possa essere di aiuto per non interrompere del tutto le attività scolastiche e dare continuità al percorso formativo. I vantaggi I principali vantaggi della Dad sono: la possibilità di organizzare in maniera autonoma il proprio tempo: nel caso in cui le attività si svolgano in modalità asincrona, infatti, è possibile scegliere quando guardare le videolezioni o le slide, quando e come concentrarsi sugli esercizi, alternando le varie materie a seconda delle proprie esigenze o inclinazioni. Questo richiede però autonomia e organizzazione personale, quindi risulta vantaggioso principalmente nella scuola secondaria o superiore. Per i più piccoli rimane importante ritrovare le consuetudini e il senso di normalità all’interno di classi virtuali che mantengono gli stessi orari della scuola tradizionale. il vantaggio logistico, soprattutto per chi vive nelle grandi città o abita lontano dalla propria scuola.Gli svantaggi Un’indagine promossa dall’Irccs Gaslini di Genova, presentata a giugno 2020 al Ministero della Salute e svolta tramite sondaggio in forma anonima a circa tre settimane dall’inizio del lockdown, ha sottolineato come questa esperienza abbia segnato in maniera non indifferente bambini e ragazzi. I principali svantaggi della DAD sembrano essere: Problemi comportamentali e somatici: dall’analisi dei dati relativi alle famiglie con figli minorenni è emerso che nel 65% e nel 71% dei bambini con meno o più di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione. Per quel che riguarda i bambini sotto i 6 anni i disturbi più frequenti sono stati l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione). Nei bambini e adolescenti (tra i 6 e i 18 anni) i disturbi più frequenti hanno interessato la “componente somatica” (disturbi d’ansia e somatoformi come la sensazione di mancanza d’aria) e i disturbi del sonno (difficoltà di addormentamento, difficoltà di risveglio per iniziare le lezioni per via telematica). Tra i più grandi è stato inoltre riscontrato un aumento di “instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore”. Problemi di strumenti tecnologici e di spazio: secondo i dati Istat relativi al periodo 2018-2019, il 33,8% delle famiglie non ha computer o tablet in casa, una quota che scende al 14,3% tra le famiglie con almeno un minore. Solo per il 22,2% delle famiglie ogni componente ha a disposizione un pc o tablet. Questo significa che più di tre studenti su quattro devono condividere la strumentazione necessaria a seguire le lezioni con fratelli e sorelle o con i genitori, magari impegnati a casa nello smart working. La situazione è particolarmente problematica nel Sud Italia, dove il 41,6% delle famiglie è senza computer in casa - si parla di 470.000 studenti - e solo il 14,1% ha a disposizione un computer per ciascun componente. A questo si somma il fatto che oltre il 25% delle persone vive in condizioni di sovraffollamento abitativo, percentuale che sale al 41,9% tra i minori. Problemi di competenze: tra gli adolescenti di 14-17 anni che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi, due su tre hanno competenze digitali basse o di base, mentre meno di tre su dieci si attestano su livelli alti. Problemi di connessione alla Rete: sempre secondo i dati Istat, nel 2019 il 76,1% delle famiglie dispone di un accesso a Internet e il 74,7% di una connessione a banda larga. La quasi totalità delle famiglie con almeno un minorenne dispone di un collegamento a banda larga (95,1%); tra le famiglie composte esclusivamente da persone ultrasessantacinquenni tale quota scende al 34%. Non viene però fatta differenza tra ADSL o fibra ottica, e nel conto sono inserite anche le connessioni WiFi pubbliche. Se quindi potrebbe sembrare che oltre il 95% delle famiglie non abbia problemi, in realtà non viene specificato se la banda in questione sia in grado di supportare senza problemi i collegamenti audio e video necessari per le lezioni online o il flusso di dati legato al download del materiale fornito dagli insegnanti e all’upload di esercizi. Stesso problema riguarda gli insegnanti. Problemi di valutazione e coinvolgimento degli studenti: con la DAD occorrono nuovi modi per valutare gli studenti, in un ambiente in cui gli insegnanti hanno più difficoltà ad assicurare che lo svolgimento dei momenti di verifica avvenga senza aiuti esterni, così come metodi efficaci per riuscire a coinvolgerli, cosa resa più complessa dalla maggior distanza instaurata dal mezzo tecnologico.I numeri della DaD in Italia In Italia ci sono quasi 11 milioni di studenti (10.876.792 per la precisione, secondo i dati dell’UNESCO Institute for Statistics data), suddivisi tra i diversi gradi di istruzione: 1.535.493 in asili nido e scuole dell’infanzia 2.902.379 alla scuola primaria 4.601.869 tra scuola media e scuola superiore 1.837.051 del grado terziario, che comprende istituti tecnici superiori, accademie, conservatori, università, master e dottorati.Didattica a distanza e sostegno Secondo Tuttoscuola, testata specializzata nell’ambito scolastico, dopo il DPCM del 3 novembre 2020 sono circa 3.700.000 gli studenti a casa, 362.000 gli insegnanti impegnati nella DAD (45% del totale), e almeno 68.000 i docenti di sostegno (quasi il 40% del totale) che dovranno operare a distanza per i 111.000 alunni con disabilità a loro affidati, fatta salva la possibilità di frequenza in presenza solo per loro.Disabilità e inclusione sociale Si tratta di quattro studenti con disabilità ogni dieci, e già solo la Campania e la Lombardia, con oltre 50.000 ragazzi, raggiungono quasi la metà del totale complessivo degli alunni che necessitano di sostegno per poter effettuare la DAD. Per questi ragazzi il rischio di esclusione è ancora più elevato, dal momento che gli insegnanti di sostegno non possono attuare i contatti e gli interventi quotidiani utili a conquistare autonomia operativa. In più, alcuni di loro hanno bisogno del supporto di un adulto per utilizzare i dispositivi tecnologici. Gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) o bisogni educativi speciali (BES) possono avere difficoltà a interfacciarsi in una classe virtuale dove il mezzo tecnologico rende meno immediata la relazione con il docente.Le prospettive della DaD Il 2 novembre 2020 è stato firmato il decreto che assegna 85 milioni di euro per la didattica digitale integrata alle scuole, ripartiti a seconda del numero di alunni e dell’indicatore Ocse Escs che permette di rivolgere la maggior parte degli aiuti ai contesti di maggior disagio socio-economico e con minore diffusione di dispositivi digitali. I fondi serviranno per l’acquisto di oltre 200.000 nuovi dispositivi elettronici e oltre 100.000 connessioni, concesse in comodato d’uso agli studenti meno abbienti. Già nel marzo scorso erano stati erogati finanziamenti in questa direzione permettendo di acquistare 432.330 dispositivi e oltre 100.000 connessioni. Le scuole hanno acquistato dispositivi e tecnologie per la ripartenza di settembre anche attraverso i 331 milioni di euro erogati direttamente dagli istituti, oltre a mettere a disposizione 1.200.000 dispositivi già in loro dotazione (dati riportati sul sito del Ministero dell’Istruzione). Quindi, se non altro dal lato delle tecnologie, si sta cercando di colmare almeno in parte le lacune emerse durante la prima ondata della pandemia.Progetti: come fare didattica a distanza Vista l’attualità del tema sono molte le proposte di sostegno alla DAD per tutte le fasce di età. Sul sito del Ministero dell’Istruzione vi è un portale in continua evoluzione dedicato alla didattica a distanza, con strumenti di cooperazione, scambio di buone pratiche e gemellaggi fra scuole, webinar di formazione, contenuti multimediali per lo studio, piattaforme certificate, anche ai sensi delle norme di tutela della privacy, per la didattica a distanza. Qui si trova anche una community di sostegno per rendere la didattica inclusiva davvero per tutti, web radio nella lingua dei segni e per non vedenti e ipovedenti, contatti con i Centri Territoriali di Supporto, Sportelli Autismo, Associazioni per il sostegno a docenti, studenti e famiglie. Vengono indicate piattaforme e offerte mini guide per gli insegnanti, oltre a molto altro materiale multimediale. Anche il portale UNESCO propone diverse soluzioni, piattaforme, consigli a insegnanti e famiglie su come fornire supporto psicosociale durante un periodo così complesso. La piattaforma INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), in accordo con il Ministero dell’Istruzione, e grazie al supporto delle reti di scuole del Movimento «Avanguardie educative» e del Movimento delle «Piccole Scuole» e della community europea eTwinning, fornisce strumenti e supporto per gli insegnanti e i dirigenti scolastici nell’adozione delle metodologie di apprendimento a distanza. Il sito mette a disposizione video tutorial che spiegano come registrare una lezione o come farne una in diretta online tramite le piattaforme più utilizzate, oltre a una serie di interessanti webinar aperti a tutti su come poter rendere più comprensibili e appassionanti temi e materie senza essere tutti in classe. Vengono trattati anche aspetti pedagogici o legati a sicurezza informatica e privacy. Fondazione Treccani Cultura, che sosteniamo, ha avviato il progetto Strade Maestre. Inclusione, accessibilità, condivisione, collaborazione e approfondimento sono gli strumenti, le strade appunto, che caratterizzano l’approccio della piattaforma di didattica digitale Treccani Scuola. Dedicata a studenti, docenti e istituti scolastici e fruibile gratuitamente a scuola e da remoto su computer, tablet e smartphone, offre un servizio di supporto allo studio on demand con un gruppo di insegnanti selezionati da Treccani, oltre a strumenti interattivi e immersivi, percorsi multimediali, contenuti certificati, una community in cui studenti e professori da tutta Italia possono entrare in contatto scambiando materiale e buone pratiche e un archivio digitale in costante evoluzione. Per gli studenti con difficoltà specifiche nella lettura e nell’apprendimento vengono messi a disposizione strumenti che permettono loro di studiare in maniera autonoma e più efficace, come l’ingrandimento, l’annotazione e la sintesi dei testi. Per i singoli e le classi ci sono esercizi e test che consentono di seguire le fasi dell’apprendimento, estremamente utili soprattutto per la preparazione all’esame di stato, con un feedback immediato che permette agli insegnanti di valutare a distanza e monitorare l’andamento dell’intera classe. UNICEF Italia propone contenuti rivolti soprattutto alla dimensione emotiva, oltre che educativa, con video lezioni in pillole su diversi temi, idee creative, letture animate di albi illustrati, video lab per i più piccoli, mentre Telefono Azzurro mantiene le sue linee di ascolto e di emergenza attive ogni giorno, 24 ore su 24, oltre a dare consigli su come riconoscere e affrontare la paura insieme ai bambini e adolescenti, come parlarne ai bambini e rispondere alle loro domande, oltre ad alcune attività da svolgere a casa.