L’educazione è un diritto umano inalienabile che deve essere garantito a tutti, in ogni parte del mondo. Questo è il concetto alla base della Giornata Mondiale dell’Educazione che celebriamo ogni 24 gennaio: istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, rimarca l’importanza del diritto all’istruzione come elemento chiave per la crescita, lo sviluppo sostenibile e la pace. La situazione in Italia Nel nostro paese, il diritto allo studio trova il suo fondamento nell’articolo 34 della Costituzione italiana: l’istruzione dev’essere pubblica, gratuita e obbligatoria per almeno 8 anni. Oggi, tutti i bambini e i ragazzi di età inferiore ai 18 anni - italiani e stranieri – che vivono in Italia hanno diritto all’istruzione. Ma come garantire questo diritto? Lo stato ha il dovere di assicurare una serie di servizi indispensabili affinché tutti possano davvero accedere a un’istruzione equa e rispettare l’obbligo scolastico: si tratta di servizi abitativi, trasporti, servizi di orientamento e tutorato, materiale didattico e altro ancora. Questi servizi vengono garantiti tramite fondi integrativi statali per la concessione di borse di studio, per la fornitura gratuita dei libri di testo e in generale per contrastare la dispersione scolastica. Nonostante questo, il tasso di abbandono scolastico, in particolare nelle regioni meridionali, rappresenta ancora una sfida da superare: in Italia, nel 2022, la percentuale di giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi tra i 18 e i 24 anni d’età è del 11,5%. L’obiettivo è non superare il 9%, benchmark fissato a livello europeo per il 2030. Per contrastare la povertà educativa è fondamentale anche l’impegno delle associazioni sul territorio che lavorano sinergicamente con scuole, famiglie ed enti locali, come la Cooperativa Sociale Don Bosco, che abbiamo sostenuto nella realizzazione del Talent Hub, un polo pedagogico per i giovani di Cosenza. Altri progetti che sosteniamo in questo ambito sono Fare Scuola, insieme a Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi con cui abbiamo dato una nuova valenza educativa agli spazi scolastici e Base Camp – Presidi Educativi Territoriali nelle periferie di Roma, Napoli, Palermo e Catanzaro. L’educazione negata: il lavoro minorile in Italia e nel mondo Troppe sono ancora le situazioni, in Italia e nel mondo, nelle quali il diritto all’istruzione è nei fatti negato, a causa di povertà, sfruttamento e lavoro minorile. In tutto il mondo, più di 160 milioni di bambini sono costretti a lavorare, vedendosi negare l’istruzione e lo svago: di questi, oltre 70 milioni sono impiegati in varie forme di lavoro pericoloso, come ad esempio nelle miniere, a contatto con sostanze chimiche o con macchinari pericolosi. L’Italia non è risparmiata dal fenomeno: si stimano 336 mila minorenni tra i 7 e i 15 anni, e molti di questi lavori sono particolarmente dannosi per i percorsi educativi e per il benessere psicofisico. La conseguenza è un elevato tasso di dispersione scolastica che in un circolo vizioso incrementa il livello di povertà e lo sfruttamento. Nel nostro paese, il disagio sociale che impedisce l’accesso all’istruzione è contrastato anche da progetti come la Città dei Ragazzi e il Centro Educativo Diurno Teen Lab che abbiamo deciso di supportare per fornire nuove opportunità ai giovani a rischio di marginalità sociale. Il diritto all'istruzione per le donne Il tema dell’istruzione per le donne nella storia va di pari passo con l’acquisizione dei diritti femminili in tutti gli altri ambiti, e soffre di notevoli disparità in base alle diverse aree geografiche del mondo. Ancora oggi, in questo ambito esistono disparità di genere, nonostante l’educazione femminile sia utile a rafforzare le economie e a ridurre le disuguaglianze: donne più istruite infatti guadagnano redditi più alti, prendono decisioni più consapevoli e costruiscono un futuro migliore per sé, per la propria famiglia e per la società. I dati parlano chiaro: nel mondo, 132 milioni di ragazze non vanno a scuola, e di queste 34,3 milioni dovrebbero frequentare le elementari e 97,4 milioni le medie. Questo avviene soprattutto nei paesi colpiti dai conflitti. In Italia, invece, secondo i dati ISTAT, nel 2022 la percentuale di adulti poco istruiti è del 37,4%, con una quota di popolazione che ha conseguito al più il titolo di licenza media prevalente nella componente maschile (40,1%) rispetto a quella femminile (34,8%). L’educazione e i disturbi dell'apprendimento In Italia gli alunni con DSA – Disturbi Specifici dell’Apprendimento rappresentano circa il 3% della popolazione scolastica. La Legge n. 170/2010 riconosce questi disturbi, nello specifico dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia, e prevede che le scuole attivino gli interventi più idonei per individuare i casi sospetti di DSA. Per garantire un’equa istruzione, gli alunni con bisogni educativi speciali seguono una didattica individualizzata, mirata alle specifiche abilità dell’alunno, e personalizzata, in quanto adatta gli obiettivi scolastici ai suoi bisogni specifici, anche con l’aiuto di strumenti compensativi e misure didattiche particolari. Importante è anche il lavoro di associazioni impegnate ad abbattere le barriere della disabilità nel settore educativo, come il Centro HPL - High Performance Learning che abbiamo sostenuto per aiutarli a sviluppare al meglio le potenzialità degli studenti di fragilità cognitiva. La Giornata Mondiale dell’Educazione è l’occasione giusta per ricordare come offrire un’istruzione equa e inclusiva alle giovani generazioni, a prescindere dal genere, dalla situazione sociale e dalle specifiche abilità, sia l’unico modo per ottenere uno sviluppo realmente sostenibile che faccia crescere tutti allo stesso passo.